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La Fola/Via Castellana/Santuario della B.V. Lourdes/Castello di Montericco/Chiesa di Santa Maria dell’Uliveto/La Vitala/la Fola

Itinerario 5

Punto di partenza: Piazza Cavicchioni (La Fola)

Lunghezza del percorso: 8 km circa

Tempo necessario: a piedi 2 h

Interesse principale: storico- architettonico- religioso

Si parte dal Ponte del torrente Lavezza proprio dove inizia via Castellana che sale verso Montericco. A sinistra si costeggia il parco di Villa Tacoli che conserva uno splendido giardino romantico all’inglese, il primigenio di tutto il ducato estense. Dall’altra parte, verso ponente possiamo ammirare il colle di Villa Tarabini circondata anche lei da un esteso parco chiamato “Parco Fola”. Superato il ristorante da Filippini, si prende a destra la strada che ci porta al Santuario della B.V. di Lourdes. La chiesa, in stile romanico lombardo, venne inaugurata il 23 aprile 1899 ed è la prima dedicata in Italia alla miracolosa Madonna francese.

Ripresa via Castellana, ben presto saremo ai piedi del castello di Montericco. In epoca Matildica probabilmente era poco più di una torre dipendente dal vicino e più importante castello di Borzano. Posto in posizione strategica per il controllo dell’antica viabilità che saliva dalla pianura, il castello era in diretto contatto visivo con quello di Canossa ed era in grado, perciò, di ripetere ai vicini castelli gli eventuali segnali che i Canossani potevano trasmettere ai loro vassalli.

Nel Trecento, il castello di Montericco passa alla famiglia Manfredi e si arricchendosi di strutture più complesse: le mura, la torre, l’abitazione del signore.

L’accesso principale, rivolto a mezzogiorno, era protetto da una torre di guardia munita di ponte levatoio.

Nel 1618 il conte Paolo Manfredi lo venderà, insieme alla metà del feudo, al celebre Cardinale Toschi. In seguito il Castello passerà di mano a diversi proprietari. Prendiamo il viottolo a destra che lo costeggia e verso la fine del piccolo borgo, guardando verso sud-ovest, potremo scorgere la rupe di Canossa.

Scesa la stradina che ci riporta in via Castellana, poco dopo giriamo a sinistra in via Oliveto e la percorriamo sino all’antica chiesa di Santa Maria dell’Oliveto, detta anche “chiesa vecchia di Montericco”, di cui si ha notizia sin dall’XI secolo, inserita in una vasta possessione del potente monastero di San Prospero di Reggio, sotto il titolo di S. Maria di Pissignano. Nell’alto Medioevo, infatti, la località era conosciuta col nome Pissigniano dall’antica Pissinianum (Piscina di Giano), derivato dalla presenza in loco di una sorgente che alimentava un grande abbeveratoio (piscina) nei pressi di un tempietto romano dedicato appunto a Giano (Giano), l’antica divinità romana venerata per garantire il ciclo naturale della semina e del raccolto. Di fianco alla chiesa sono noti i resti di un tempio insieme a quelli di una ricca domus romana.

La coltivazione dell’olivo a Montericco ha origini molto antiche, forse riconducibili ai tempi della penetrazione romana al di qua dell’Appennino. Sul finire del primo millennio, i benedettini di San Prospero continuarono la coltivazione degli ulivi ed è per questo che nel Medioevo la chiesa assunse il nome di S. Maria dell’Oliveto. L’olio prodotto serviva anche per alimentare le lampade di tutte le chiese reggiane.

Nel Medioevo il piccolo monastero benedettino probabilmente era anche un Hospitale per i numerosi pellegrini che dalla via Emilia salivano verso i passi appenninici diretti al Volto Santo di Lucca o a Roma.

Durante i lunghi restauri conclusi nel 2000, nelle lunette sotto al portico antistante la chiesa tornarono alla luce, nascosti sotto strati di calce, alcuni affreschi quattrocenteschi nei quali sono raffigurate opere di carità compiute dai monaci nei confronti di viandanti e pellegrini. I benedettini furono presenti ed attivi nella loro dipendenza di Montericco sino alla fine del Quattrocento quando, con l’avvento al potere ecclesiastico del Cardinale Ippolito d’Este, vescovo e amministratore apostolico, la chiesa dell’Oliveto rientrò nell’ambito diocesano e divenne la parrocchiale di Montericco.

Nel 1505 il Cardinale Ippolito d’Este ne nominò rettore Ludovico Ariosto, all’epoca suo segretario, rendendolo così beneficiario delle rendite di quelle molte terre lavorative e boschive di cui la chiesa era dotata.

Non esitate a suonare e a farvi aprire per una breve visita questa piccola chiesa dedicata all’Assunta, scrigno di veri tesori d’arte. Ripresa via Oliveto la percorriamo verso la pianura passando tra antichi casali. Giunti a Ca’ Vitala prendiamo la Provinciale verso Albinea per poi abbandonarla dopo poco girando a sinistra nei pressi di una piccola maestà per percorrere un tratto del vecchio tracciato stradale di origini medievali, che dopo circa un chilometro vi ricondurrà sulla Provinciale non lontano dal punto di partenza.